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"La casa di Dio" è una storia del tempo. I personaggi dei tre racconti, la trama stessa, sono solo il pretesto, se non il rito, per evocarlo. È infatti il tempo, nella scansione del ritmo e nella successione degli eventi, che traccia le pareti dove si sviluppano le varie faccende umane. Dal tempo scandito e alienante di "Lo spirito della cosa", dove il racconto surreale e caustico non potrà che avere un unico epilogo; al tempo circolare e infinito di "La palude" che imprigiona e condanna il suo protagonista in una gabbia di irrealtà; a "Il cammino del santo", in cui il tempo composto di frammenti e sequenze che si rincorrono, cerca di dare la risposta a un mistero forse irrisolvibile. "La casa di Dio" è il contenitore che, con la giusta ironia, vuole dare un senso all'abisso su cui si affacciano le tre storie. Una trilogia che si chiude con un sogno, inquietante e visionario. Ma che offrirà, volendo, una via d'uscita inaspettata.